Mentre l’inquinamento aumenta di giorno in giorno e i fitofarmaci vengono spruzzati come se piovesse su frutta e verdura destinate al consumo umano, il mondo dell’agricoltura biologica riesce a far breccia nell’opinione pubblica e sono sempre più numerosi i consumatori che si avvicinano ai prodotti biologici. Di anno in anno sono infatti sempre più consistenti i traguardi che sono stati raggiunti: dato decisamente positivo, poiché indice di una sensibilità che finalmente inizia a maturare.
Al 31 dicembre 2018, la superficie coltivata in Italia ad agricoltura biologica è di quasi 2 milioni di ettari, con un numero di operatori pari a circa 80.000 unità. Rispetto all’anno precedente le superfici biologiche sono aumentate del 3%. Nel corso del 2018 nel campo del bio i 3 principali orientamenti produttivi restano i Prati pascolo, le Colture foraggere ed i Cereali. Seguono per estensione le superfici biologiche ad Olivo e a Vite.
Le estensioni maggiori di superfici biologiche si trovano in Sicilia, Puglia, Calabria ed Emilia-Romagna; in queste 4 Regioni è presente il 51% dell’intera superficie biologica nazionale. Stando a quanto riportato dai dati nazionali, il biologico arriva ad interessare il 15,5% della SAU nazionale. Per quanto concerne le aziende agricole, in Italia il 6,1% è rappresentato da aziende biologiche.
Anche da parte dei consumatori l’attenzione verso i prodotti di qualità certificata è in costante aumento: nel 2018 la spesa per i prodotti alimentari biologici ha sfiorato i 2,5 miliardi di euro, con un’incidenza del 3% sul valore del comparto agroalimentare.
Il 2019 si è aperto con degli ottimi risultati nel campo del biologico: nel primo semestre dell’anno il mercato interno del bio ha registrato un ulteriore incremento del +1,5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
Per quanto riguarda le importazioni di prodotti biologici provenienti da paesi terzi la situazione del 2018 è rimasta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. In testa alla classifica Asia e Paesi Europei non UE.
La Cina assume un ruolo significativo per quanto riguarda l’importazione di colture industriali, soprattutto di fave e panello di soia; il riso, invece, proviene in special modo da Pakistan, India e Tailandia. Tra i Paesi dell’Europa non UE, la Turchia si caratterizza per l’importazione di grano duro e riso, mentre l’Ucraina per il granoturco. L’America latina continua ad essere un’area molto importante per l’import biologico italiano, dalla quale vengono importati soprattutto frutta fresca, zucchero di canna e caffè. Tra i Paesi del continente Africano, Tunisia, Togo ed Egitto sono i Paesi dai quali si importano i maggiori quantitativi di prodotti biologici: dalla Tunisia olio di oliva, dal Togo fave di soia e dall’Egitto patate. Le attività di importazione dall’America del Nord riguardano principalmente il frumento dal Canada e i legumi dagli USA.