Grazie all’approvazione da parte del Senato del decreto Semplificazioni è stato possibile salvare tutto ciò che di biologico si produce all’interno del territorio Viterbese. I limiti che inizialmente erano stati fissati in merito alla presenza di acido fosfonico e/o fosforoso presente nel terreno erano decisamente troppo bassi per un terreno di origine vulcanica, il quale tende a produrre naturalmente quantità più elevate dell’acido messo sotto accusa. Questi limiti, pertanto, avrebbero fatto perdere la certificazione di “biologico” alla quasi totalità dei prodotti agroalimentari della Tuscia, scoraggiando così tutti quei produttori – in primis di nocciole – che non usano fitofarmaci e sostanze tossiche. Una vera rovina per tutte quelle aziende virtuose che operano nel rispetto delle normative sul biologico, salvaguardando l’ambiente naturale, il territorio locale e la salute dei cittadini.
A salvare la situazione è stata l’ultima stesura del decreto, dove è stato eliminato il limite – fissato a 0,1 mg per chilo – di acido fosfonico e/o fosforoso riscontrato nei terreni della zona vulcanica per quello che riguarda la produzione del 2020. Il limite massimo sarà fissato nei prossimi mesi, a seguito di una serie di analisi scientifiche.
Famiano Crucianelli, Presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre sostiene che “Queste nuove analisi sono necessarie perché l’acido fosfonico può essere anche presente nei prodotti agricoli, ma non solo come conseguenza dell’uso di concimi chimici e dei fitofarmaci che sono vietati in agricoltura biologica”. La questione, sollevata dal Biodistretto, è stata appoggiata anche da altre Associazioni, preoccupate per le sorti dei prodotti agroalimentari bio prodotti nella Tuscia.
L’emendamento è stato presentato dal senatore del PD Mino Tarrico e Loredana De Petris, e ha trovato sostegno nel sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe l’Abbate, e della Regione Lazio.
“Queste produzioni – afferma Mino Tarrico – rischiavano di perdere la certificazione perché i livelli di acido fosfonico e/o fosforoso stabiliti sono troppo bassi per molti terreni, soprattutto per quelli di origine vulcanica che contengono naturalmente più fosforo. Alcune produzioni sarebbero state condannate a non essere vendute come biologiche, anche se ne avevano rispettato tutti i dettami. L’emendamento approvato conferisce al MIPAAF il compito di stabilire specifiche soglie di presenza di acido fosforoso per i prodotti coltivati nelle aree interessate, attraverso l’emanazione di un decreto, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del dl ‘semplificazioni’. Un intervento circoscritto ma fondamentale per le tantissime aziende interessate”.