Tratto da La Stampa del 19 giugno 2020
Una nuova puntata della saga degli “eroi verdi” premiati dall’attore Alessandro Gassmann. Sono i protagonisti di una nuova economia che rifiuta lo spreco, che è amica dell’ambiente, e che produce innovazione, reddito e posti di lavoro
Secondo gli antropologi l’homo sapiens è riuscito a sopravvivere e ad evolversi anche grazie alla sua capacità di creare una comunità con i suoi simili, basata sulla condivisione di bisogni, miti e ideali. Riuscire a sentirsi parte di un unico grande disegno, insomma, potrebbe aver garantito al sapiens la valida possibilità di concepire la vita come un gioco di squadra in cui ogni individuo sia determinante al raggiungimento di un obiettivo comune. Questa attitudine si trova alla base di ogni evoluzione sociale, come quella che sta portando avanti il Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre.
Nella seconda metà degli anni 2000, nel viterbese, alcuni agricoltori biologici si associano in un Gruppo di Azione Locale con l’intento di preservare il territorio e proteggere il futuro delle loro aziende. Per farlo puntano sullo sviluppo della filiera corta da un lato e, per garantirsi mercato, nel coinvolgimento dei cittadini con i gruppi di acquisto locale dall’altro.
Ma il loro obiettivo non è solo vendere prodotti: dietro quel modo di coltivare la terra c’è un ideale di rispetto per la Natura stessa che traspare, e che la comunità inizia ad avvertire come proprio. Anno dopo anno, tutti si sentono parte di quel progetto e quel modo di pensare diventa usuale. Per i cittadini, il mito del biologico non ha più esclusivamente il sapore delle cose buone, ma è proprio una maniera di comportarsi, di pensare. Anzi di più, una soluzione per sollevare l’asfittico sistema produttivo di provincia.
E, se i sapori della natura insieme ai comportamenti di chi la abita sono l’identità di un territorio, allora gli operatori turistici locali possono trasformarli in attrazione e artigiani, ristoratori e commercianti in ciclo economico.
I comuni di Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello, Calcata, Vignanello, Vallerano e Canepina, vedendo fiorire la loro terra, entrano in squadra, sottoscrivono impegni concreti nella gestione intelligente del ciclo dei rifiuti, nel risparmio idrico, nel risanamento delle cave della zona e nell’incentivazione di una manifattura sostenibile.
Così il bio-distretto, diventa un sistema integrato di cittadinanza attiva, aziende e pubblica amministrazione capace di sostenere progetti per il riutilizzo dei rifiuti, la produzione di energie alternative e la riconversione delle attività industriali del territorio.
Un sistema totale che viene riconosciuto e inserito nel piano di sviluppo regionale della Regione Lazio, e che contando su oltre 250 aziende, 13 amministrazioni comunali, il supporto dell’università della Tuscia e la spinta dei cittadini, sta lavorando per accompagnare il polo industriale delle ceramiche della zona verso un avvenire ecocompatibile.
Generato dall’idea, ambiziosa, giusta, di tessuto produttivo, i #GreenHeroes di oggi hanno immaginato e realizzato un modello dove esiste una sola comunità, e non tante piccole gruppi scioccamente in lotta tra loro.