di Famiano Crucianelli presidente del Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre
L’appello di Legambiente Lago di Vico, a cui hanno aderito tante organizzazioni ambientaliste, all’amministrazione comunale di Caprarola, perché sia reso possibile l’accesso ai boschi nella riserva del lago di Vico merita attenzione e sostegno.
Nell’ordinanza del comune di Caprarola si parla di sicurezza, questione che non può essere risolta, come si fa nell’ordinanza, limitandosi a invocare la responsabilità di altri livelli istituzionali e scaricando, quindi, la contraddizione ancora una volta solo sui cittadini che vengono unilateralmente privati di un bene importante. Siamo al classico scaricabarile politico istituzionale.
Noi come Biodistretto abbiamo un grande interesse per il lago del Vico, ne abbiamo parlato a lungo, anche con l’iniziativa a dicembre a Viterbo sullo “stato delle acque nel viterbese” con una specifica relazione proprio sul lago di Vico del prof. Nascetti, iniziativa alla quale è intervenuto lo stesso sindaco di Caprarola Stelliferi. Consideriamo il lago di Vico un gioiello della natura, un luogo elettivo del nostro territorio da tutelare e valorizzare. Uno straordinario bene comune della Tuscia sul quale tutte le istituzioni dovrebbero investire, perché sia risolta ogni problematica ambientale e perché il lago di Vico possa essere un vero valore aggiunto per le nostre comunità. Finita la clausura da coronavirus sarebbe veramente non comprensibile la chiusura “dei boschi comunali all’interno della riserva”. Ovviamente la fruizione di un bene naturale così prezioso e così fragile come è la riserva naturale del lago di Vico, deve essere coerente con i principi della sostenibilità ambientale. Il turismo verde non può che essere in piena armonia con gli equilibri ecologici della natura. Entro questa cornice non sono giustificabili divieti, non solo perché la bellezza della natura è un bene comune, ma anche perché la bellezza dell’ambiente, quando è rispettata, è una straordinaria opportunità e occasione economica per il nostro territorio.
Quando noi contestiamo la coltivazione intensiva del nocciolo sulle sponde del lago di Vico, quando critichiamo “il fosforo e l’azoto” delle concimazioni chimiche dei noccioleti che portano all’anossia il nostro lago, lo facciamo perché vogliamo difendere un bene, un equilibrio prezioso della natura, ma anche perché l’ambiente virtuoso rappresenta un grande investimento per il futuro.