Secondo l’edizione 2020 del rapporto nazionale dei pesticidi nelle acque effettuato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), su 426 sostanze inquinanti cercate nelle acque, sono state trovate 299. Insetticidi quelle più diffuse; nelle acque superficiali, superamento dei limiti per glifosate e fungicidi.
Le indagini hanno riguardato 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni; nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio, in quelle sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti. Gli effetti nocivi di queste sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse.
Il Rapporto è il risultato di un complesso lavoro che vede la collaborazione di tutte le componenti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, predisposto dall’ISPRA sulla base delle informazioni trasmesse da Regioni e Province autonome, che attraverso le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente effettuano le indagini sul territorio e le analisi di laboratorio.
In questa edizione del Rapporto sono presenti i dati di tutte le Regioni, e anche in zone dove prima non evidenziata, emerge ora una significativa presenza di pesticidi nelle acque.
Il 21% delle acque superficiali (che hanno compreso 415 punti di monitoraggio) e il 5,2% di quelle sotterranee (146 punti di monitoraggio) sono risultate altamente contaminate, le concentrazioni di agrotossici sono risultate superiori ai limiti ambientali. Le sostanze più ricorrenti oltre le soglie ammesse sono: gli erbicidi (come il glifosate) e i fungicidi per le acque superficiali .
Nelle acque di falda, ancora glifosate e suoi derivati, ma anche i metaboliti atrazina (vietata ormai da tre decadi, ed altre due sostanze nocive), oltre ad altri fungicidi.
Nel periodo 2009 – 2018 vi è stato un aumento della diffusione territoriale della contaminazione che interessa quasi tutte le regioni, soprattutto dovuto alla maggiore copertura ed efficacia dei monitoraggi.
Nelle acque superficiali la percentuale di punti con presenza di pesticidi è aumentata di circa il 25%, in quelle sotterranee di circa il 15%.
I dati evidenziano la presenza di miscele nelle acque, con un numero medio di 4 sostanze e un massimo di 56 sostanze in un singolo campione. Si deve quindi tenere conto che l’uomo, come altri organismi, sono spesso esposti a miscele di sostanze chimiche di cui non si conosce la composizione.
Questo rapporto fa emergere la necessità di una drastica riduzione nonché la cessazione imminente dell’uso di sostanze chimiche nocive in agricoltura (come erbicidi e pesticidi) per la tutela ambientale, degli animali e specialmente della salute dell’uomo, che utilizza le acque contaminate dalle sostanze dannose che si riversano anche al di fuori dell’area specifica di utilizzo, generando quindi un inquinamento incontrollato.
Di seguito il rapporto completo sui pesticidi nelle acque effettuato da ISPRA ed il Comunicato stampa di ISPRA ed il link per accedere al sito ufficiale: ISPRA pubblica il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque — Italiano (isprambiente.gov.it)