Nel mese di ottobre un gruppo di camminatori guidati dall’esperto nazionale di cammini Paolo Piacentini ha percorso la Via Amerina dalla Storta fino ad arrivare ad Assisi, 190 km, 9 giorni di cammino che hanno toccato anche il territorio dell’Agro Falisco.
Paolo Piacentini ci restituisce le sue impressioni in questo articolo dopo aver percorso per la prima volta il cammino della Via Amerina. Una restituzione importante in questo momento di sviluppo del progetto promosso dalla DMO del Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre che riguarderà anche la valorizzazione dei cammini, dei beni naturalistici e storico, archeologici del comprensorio del Bio-distretto. Paolo Piacentini sarà presente alla conferenza del 9 novembre a Nepi “𝗖𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗯𝗲𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗴𝗿𝗼 𝗙𝗮𝗹𝗶𝘀𝗰𝗼 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗖𝗶𝗺𝗶𝗻𝗶 – 𝗟’𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗶 𝗯𝗲𝗻𝗶 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗶”.
di Paolo Piacentini
Desideravo, da tempo, sperimentare tutta la Via Amerina da Assisi o Perugia fino a Roma, poi è arrivata l’occasione della Retromarcia Perugia – Assisi ed il piccolo sogno si è concretizzato nel migliore dei modi. Averla percorsa in compagnia e per un progetto di carattere civile, ha dato al viaggio un sapore particolare e nulla ha tolto alla possibilità di approfittare per verificare le caratteristiche del percorso. Una delle specificità dell’intero tracciato che lo rende affascinante e ad alta potenzialità di promozione, è la varietà dei paesaggi e delle presenze storico archeologiche. Una varietà che, soprattutto dal punto di vista del paesaggio naturale e geologico, vede una divisione netta tra il segmento che da poco fuori Roma arriva al Tevere, in coincidenza con il confine laziale e quello umbro che dal territorio Amerino giunge fino ad Assisi.
Una biodiversità, rimanendo dentro i confini regionali laziali, di cui ci si nutre chilometro dopo chilometro attraversando il Parco di Veio, le vie Cave che da Nepi conducono a Gallese per poi godere degli ampi panorami che dall’ultima cittadina falisca protetta da San Famiano conducono ad Orte.
Si attraversano aree archeologiche molto importanti immerse in una natura rigogliosa e a tratti ancora selvaggia raggiungendo il massimo splendore nei Cavoni di Corchiano e nell’immensa necropoli Faliscia che tra vie cave e torrenti ricchi d’acqua conduce fino alla bellezza mozzafiato di Faleri Novi. Siamo in un tratto della Via Amerina che trasuda di storia tra tombe a camera e colombari. Un angolo della Tuscia che nulla ha da invidiare con le vie Cave tra Pitigliano e Sovana.
Nel tratto in comune con la Via Francigena si possono ammirare, tra le altre cose, le Cascate di Monte Gelato, un luogo magico che permette al viandante affaticato dal cammino di potersi riposare godendo della frescura di cascatelle e laghetti non balneabili: anche il rispetto di questi luoghi di pregio fa parte dell’etica del viaggiatore lento. Andando verso nord si arriva nella Valle del Treja dopo aver camminato per oltre due giorni nel Parco di Veio in un alternarsi di paesaggi fortemente antropizzati e grandi spazi in cui l’armonia tra storia e natura rende quasi unico il tracciato della Via Amerina.
Nel complesso il territorio interessato dal Cammino ha importanti punti di forza legati alle caratteristiche sopra evidenziate e anche le criticità ambientali dovute alla presenza invasiva dei noccioleti intensivi non determinano elementi negativi rispetto alle potenzialità della fruizione.
Punti di debolezza su cui lavorare sono la verifica della tracciatura, un programma di manutenzione straordinaria ed ordinaria, soprattutto in alcune zone di più alta naturalità dove sono frequenti fenomeni di richiusura del sentiero dovuto a caduta di alberi, sviluppo veloce della vegetazione o piccole frane.
Altro punto su cui fare un lavoro importante è quello della sensibilizzazione delle comunità locali sul valore del Cammino e sostenere l’incremento di un’ospitalità che sappia cogliere alcune esigenze specifiche del “turista camminatore “. Un suggerimento ulteriore che mi sento di dare è quello di creare un coordinamento con i comuni del tratto umbro del Cammino per dare piena attuazione al progetto che ad oggi è troppo parcellizzato tra i due ambiti regionali. A proposito di ambiti regionali sarebbe interessante, dare forza alla narrazione di un percorso che ha paesaggi completamente diversi che corrispondono ai limiti politici e fisici dell’alto Lazio e dell’Umbria sud occidentale: una coincidenza poco frequenti.
Paolo Piacentini. Da più di trent’anni si occupa di trekking, ed è uno dei maggiori esperti di cammini in Italia.Per anni Paolo Piacentini ha accompagnato gruppi in montagna, per poi impegnarsi nel lavoro di riscoperta, scrivendo nel 2009, con Italo Clementi, il “Manifesto del camminare”, documento che ha portato alla nascita di Federtrek, di cui è uno dei fondatori e il Presidente nazionale. Federtrek è l’ente di promozione sociale, composto da quaranta associazioni, che ha come missione far crescere in Italia la consapevolezza di quanto camminare contribuisca al benessere individuale e collettivo. Insieme alla federazione, Paolo Piacentini ha ideato e promosso la Giornata Nazionale del Camminare, manifestazione che mette al centro i valori fondanti della filosofia del cammino, partendo dalla dimensione quotidiana per poi trasferirla nella sfera più ampia del trekking, come una delle forme più importanti di turismo sostenibile.