E’ incomprensibile e inaccettabile la posizione di Legambiente Lazio sul deposito di scorie nucleari. Incomprensibile, la sua fede nella CNAI e nella Sogin, una società il cui costo, solo di gestione, è di 120 milioni annui è che ha avuto l’abilità di concentrare 21 siti idonei su 51 nella Tuscia , il miracolo del 42% di possibilità in un territorio che rappresenta appena 1% della superficie nazionale. Una società, la Sogin che nel suo lavoro non ha tenuto in alcuna considerazione obiezioni, analisi, contestazioni tecniche, scientifiche, ambientali e sociali che sono venuti da accademici ed esperti i quali hanno definito le “osservazioni al progetto Sogin” presentate dal Biodistretto della via Amerina.
Quella di Legambiente Lazio è anche una posizione inaccettabile, perché non è più tempo per posizioni alla Ponzio Pilato, è il tempo della assunzione delle responsabilità, Legambiente si confronti con il merito delle obiezioni e delle contestazioni che vengono dai territori. La stessa cosa abbiamo chiesto alla politica e alle istituzioni.
Il nostro NO è sostenuto da argomenti scientifici, tecnici, ambientali e da fondate ragioni sociali. Continuare a ripetere il mantra, come fa Legambiente, della necessità di un deposito di scorie nazionali in sicurezza è scoprire l’acqua calda, oggi se si vuole essere seri e fattivi bisogna confrontarsi con il merito, con le obiezioni e con gli argomenti vengono dai territori. Diversamente è anche forte il rischio di divenire alibi per interessi e manovre che non sono certo animate né da ragioni sociali e né da volontà ambientaliste.