L’agricoltura al centro della transizione ecologica.
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L’agricoltura dovrebbe essere il primo capitolo di ogni ragionamento che voglia affrontare le grandi questioni del futuro. Così non è stato e oggi tutti i nodi vengono al pettine. Dietro le nuove ed esasperate proteste dei “trattori” vi è questa elementare verità. Nel mondo agricolo si riflette tutta la contraddizione che passa fra la produzione di un bene comune essenziale, quale è il cibo, e le regole del libero commercio. Una contraddizione che trova espressione nella grande difficoltà economica dei produttori, nel collasso demografico delle campagne, nell’abbandono delle zone rurali e nella crisi ambientale. Per fronteggiare i grandi interrogativi del cambiamento climatico, della sicurezza alimentare, della coesione sociale è decisivo il consenso e il protagonismo di una parte grande del mondo agricolo, è necessario il riconoscimento sociale della funzione e del ruolo “contadino”. Così come è fondamentale il cambiamento radicale di un sistema di produzione che ha consegnato le chiavi del mondo agricolo alle multinazionali dell’agro-industria, a un sistema di distribuzione speculativo, alla logica dell’industrializzazione forzata dei campi che ha intossicato il suolo, ne ha pregiudicato la fertilità e compromesso la biodiversità.
Famiano Crucianelli è presidente del Biodistretto della via Amerina e delle Forre, promotore del movimento per la bioagricoltura del Molise; ex parlamentare, ex sottosegretario agli esteri nel governo Prodi.
Rassegna stampa
LifeGate – Reddito di contadinanza, un saggio per ripartire dall’agricoltura. Anche attraverso i biodistretti
Il Manifesto – Terra, striscia sottile