IL BIODISTRETTO CON NEPI

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I comuni del distretto biologico sostengono l’ordinanza del comune di Nepi

Quella del Presidente di Assofrutti è una vera e propria provocazione, altro che il mantra del dialogo nel quale spesso si esercita. Questo è il significato del ricorso contro l’ordinanza del comune di Nepi notificata al tribunale del TAR dall’ufficio legale di Assofrutti. Un’ordinanza, quella di Nepi che ha il solo obiettivo di tutelare la salute degli agricoltori e dei cittadini, e di salvaguardare quei beni comuni essenziali rappresentati dalla natura, dalla fertilità delle nostre terre, dalla quantità e dalla qualità delle nostre acque. Predicare bene e razzolare male questo è il comportamento della Presidenza di Assofrutti. Solo pochi giorni fa il presidente di Assofrutti aveva ribadito la sua contrarietà all’erbicida Glifosate e ai Nicotinoidi, smentendo puntualmente sé stesso, nel ricorso al TAR Assofrutti contesta al comune di Nepi proprio il divieto del Glifosate e dei Neonicotinoidi. Sempre Assofrutti parla di agricoltura biologica, di sostenibilità, di attenzione all’ambiente e di agricoltura consapevole, tutte affermazioni che alla luce dei fatti sono delle foglie di fico che nascondono i vecchi vizi.

D’altronde la presidenza di Assofrutti è la stessa che per lunghi anni ha chiuso gli occhi, anzi ha sostenuto la coltivazione intensiva della nocciola che in diverse aree del nostro territorio è divenuta una vera e propria monocultura del nocciolo. Quella monocultura che compromette la biodiversità della natura e la fertilità dei nostri terreni. Quella monocultura che spinge all’uso della chimica di sintesi e di quei pesticidi che mettono in pericolo la salute delle nostre comunità e contribuiscono ad inquinare acqua, suolo ed aria.

Trasformare un bene prezioso quale è la nocciola, in un Problema questa è stata la prima delle responsabilità della dirigenza di Assofrutti. La stessa dirigenza che nel corso del tempo nulla ha fatto per valorizzare la qualità e la trasformazione delle nostre nocciole.

Il sindaco di Nepi, così come i comuni del Biodistretto con le loro ordinanze hanno aperto la strada alla modernità delle nostre terre, hanno anticipato ciò che oggi gli organismi europei, non qualche sognatore, ripete ai cittadini, ai veri produttori e contadini delle nostre campagne: moltiplicare le coltivazioni biologiche, dimezzare i pesticidi, salvare e recuperate la Biodiversità, proteggere le api e gli impollinatori che sono essenziali alla vita della natura.

 Il potere pubblico deve sostenere con tutti i mezzi quei contadini e produttori che vogliono operare per un’agricoltura pulita e che intendono essere i primi tutori dell’equilibrio e del bene ambientale, ma con la stessa energia debbono contrastare quanti intendono per i loro privati interessi spremere la terra come un limone, e lasciare i danni alla società e alla collettività.

Assofrutti si illude se pensa che con il suo ricorso al TAR chiuderà la partita. È in gioco il destino delle nostre terre e delle generazioni che verranno, sono all’ordine del giorno scelte fondamentali che possono compromettere il presente e pregiudicare gli anni che verranno. Su queste scelte debbono essere le nostre comunità a decidere. Questo il significato profondo, lungimirante, eticamente e socialmente responsabile della proposta del consiglio comunale di Nepi di andare ad una consultazione popolare.

Come Biodistretto, da mesi siamo impegnati in una difficile battaglia nazionale per evitare che 100 mila tonnellate di scorie nucleari finiscano nella Tuscia. Ancora una volta la direzione di Assofrutti è

tanto attiva sui suoi privati interessi quanto passiva su questioni

fondamentali che investono il futuro del nostro territorio. Sul deposito di scorie radioattive Assofrutti avrebbe fatto bene, come

hanno già fatto tutti e tredici comuni del Biodistretto, a fare ricorso al TAR e non contro la saggia ordinanza del Comune di Nepi.

Biodistretto della Via Amerina e delle Forre