Lettera aperta alla testata giornalistica “Il Messaggero”

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Lettera aperta alla testata giornalistica “Il Messaggero” del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre in merito all’articolo pubblicato il 12 settembre 2021

Al direttore del Messaggero Massimo Martinelli,

p. c. al direttore dell’edizione di Viterbo Giorgio Renzetti

Siamo sorpresi e indignati per l’articolo apparso sul Messaggero domenica 12 settembre che ha per oggetto il tema della nocciola e della Ferrero nella Tuscia. Con questo articolo si manipolano le dichiarazioni di Giacomo Andreocci, produttore agricolo di Vignanello e membro del Biodistretto della via Amerina, con lui si colpisce l’attività di centinaia di produttori biologici del nostro territorio e l’intero Biodistretto della via Amerina che comprende 13 comuni dei Cimini e della Tuscia.

Si è presentato un ragionamento sulla Ferrero e sulla Monocultura del nocciolo che non trova fondamento nelle parole di Andreocci, né nelle affermazioni e nelle iniziative dello stesso Biodistretto. Noi non contestiamo la coltivazione del nocciolo, che è stata ed è una ricchezza del nostro territorio, tantomeno neghiamo la presenza di una grande azienda come la Ferrero. Abbiamo criticato e critichiamo un sistema di produzione che si centra unilateralmente sulla chimica di sintesi e sui pesticidi, che produce inquinamento del suolo e delle acque, che non rispetta l’ambiente e la salute dei cittadini, che pregiudica la fertilità del suolo nel medio e lungo periodo.

Qui non vi è alcun complotto contro la multinazionale Ferrero, si chiede invece un sistema di produzione sostenibile per le nostre terre e per le comunità che vi vivono.

Altrettanto malizioso e strumentale è il ragionamento che viene proposto sulla monocultura. Quando parliamo di monocultura e coltivazione intensiva, come dovrebbe essere ovvio, ci riferiamo non all’intera area del viterbese, ma a quelle zone dove è concentrata la gran parte dei 25 mila ettari di noccioleti. Abbiamo paesi e paesi dove sono state cancellate produzioni storiche come le vigne e gli uliveti, paesi dove i noccioleti rappresentano più dell’80 per cento della superficie coltivabile. Non solo, essendo ormai sature le zone di coltivazioni originarie del nocciolo, in questi anni i noccioleti si stanno espandendo in aree non vocate determinando così altri problemi in primo luogo l’uso scriteriato e l’abuso dell’acqua, le falde acquifere.

Noi siamo ben lieti che la stampa voglia occuparsi del nostro territorio, delle sue virtù e dei suoi problemi, ma vorremmo che questo fosse fatto con obiettività, senza malizia e con spirito di verità.

Il presidente del Biodistretto

Famiano Crucianelli

Agricoltore biologico del Comune di Vignanello

Giacomo Andreocci