Il Biodistretto sulle gravi dichiarazioni della Sogin e sulla mozione approvata in Parlamento

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Le dichiarazioni fatte davanti alle Commissioni riunite di Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati dall’amministratore delegato della Sogin sul deposito nazionale per i rifiuti nucleari sono di particolare gravità e aprono un problema molto serio sull’opportunità che l’Ing. Emanuele Fonati abbia un ruolo così importante su una scelta che ha un grande valore per l’intera Comunità Nazionale. L’affermazione dell’a.d. della Sogin che “il Lazio è il baricentro“, quindi in posizione privilegiata, nella selezione del sito per le scorie nucleari è in radicale contraddizione con l’impostazione sempre affermata e ancora ieri confermata con una mozione che è stata votata a grande maggioranza nell’aula della Camera dei Deputati.

Con questa mozione si sottolinea la necessità di un percorso trasparente, partecipato, pubblico e senza pregiudiziali per arrivare alla scelta del sito nazionale. Ed è sicuramente significativo che il Parlamento abbia introdotto nuovi criteri da valutare nella scelta del sito, così come la censura dell’operato della Sogin in tutti questi anni. Né la sortita del dott. Fontani sorprende più di tanto, anzi è la conferma di quanto andiamo ripetendo da tempo come Biodistretto della via Amerina.

Il progetto Sogin è superficiale e malizioso. Superficiale, perché la sua impostazione generale, i criteri utilizzati sono arbitrari e senza un fondamento obiettivo, bene ha fatto il Parlamento ad avviare una correzione dei criteri utilizzati. È importante lo stress ambientale come si dice nella mozione parlamentare, ma non meno rilevante, lo ripetiamo da tempo, è la realtà antropica del territorio e lo stress sociale. Malizioso, perché è singolare che dei 12 siti prioritari individuati dalla Sogin ben 5 siano nel viterbese, che tutto il territorio nazionale si riduca per quasi il 50% alla provincia della Città dei Papi induce più di un pensiero sull’intelligenza burocratica e/o sulla cattiva fede di chi ha realizzato questo progetto. Bene ha fatto anche qui il Parlamento a evocare la necessità di un ente terzo che rimetta mano alla materia. Come Biodistretto, con serietà, rigore e razionalità nel corso dei mesi passati abbiamo prodotto con la partecipazione di esperti e docenti universitari numerose Osservazioni che evidenziano in modo cristallino gli errori della Sogin e la inidoneità del nostro territorio al deposito nazionale per le centomila tonnellate di scorie radioattive.  Questa preziosa documentazione è disponibile per quanti avvocati, tecnici e giornalisti vorranno occuparsi di questo fondamentale problema, ma è disponibile in primo luogo per i comuni e per i cittadini, perché a loro spetta la ultima e decisiva parola su quale debba essere il destino e il futuro del nostro territorio e delle nostre comunità.