Il nome Canepina deriva dalla parola canapa: non a caso, ancora nel XVII secolo, il paese altro non era se non una vasta piantagione di canapa. Da qui nacque il nome Canapina, divenuto nel secolo successivo Canepina.
Intorno alla metà dell’XI secolo, la potente famiglia dei prefetti Di Vico fece costruire su un’altura della zona un castello, oggi noto come Castello degli Anguillara, affinché si potesse vigilare sulla piana del Tevere, da dove si temevano attacchi offensivi. Intorno, isolati, vivevano accampati ai margini della intricata Selva Cimina, pastori e contadini. Nel 1154 il castello venne acquistato da Adriano IV divenendo così patrimonio di S. Pietro. Il terreno, ricco di acque che scorrevano in ruscelli e si diramavano anche in una moltitudine di rivoli, favoriva la coltivazione della canapa. Dal 1174 Canepina e il suo castello passarono sotto il dominio di Viterbo, che li donò nel 1332 alla Santa Sede. Nel 1544 il castello entrò a far parte del ducato di Castro che Paolo III aveva creato sette anni prima e vi rimase fino al 1649 quando venne incorporata alla camera Apostolica e annessa alla diocesi di Orte-Civita Castellana. Dal 1872, venne poi aggregata a quella di Viterbo.

Il 5 giugno del 1944 il paese subì un bombardamento aereo dalle forze alleate intente a bloccare i tedeschi in ritirata. Le bombe però, anziché colpire il ponte che era il vero bersaglio dell’attacco, colpirono il centro abitato provocando così la morte di 115 persone. Ancora oggi questa data rappresenta una ferita profonda che viene ogni anno commemorata dalla comunità con una celebrazione nella piazza che oggi prende il nome di “5 giugno 1944”.

Il paese è ricco di monumenti e di chiese. Tra questi è opportuno ricordare: il Castello degli Anguillara, così chiamato perché gli Anguillara fu l’ultima potente famiglia ad averne il controllo, costruito intorno al XIV secolo, il Palazzo Farnese, eretto nel XVI secolo e attualmente sede degli uffici comunali, la Chiesa di San Michele Arcangelo, al cui interno sono conservati i dipinti e gli affreschi del Quattrocento, la Chiesa di S. Maria Assunta costruita nel medioevo ma rimaneggiata nel XV-XVI secolo e la Chiesa di S. Maria delle Grazie, piccola chiesetta risalente al periodo rinascimentale addossata a uno scosceso pendio.
Interessante anche il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari situato nei locali dell’ex convento dei Carmelitani, il quale ospita numerosi oggetti dell’antica tradizione: aratri, zappe, telai e tanti altri strumenti ormai in disuso.

Infine va menzionata l’antica Chiesa di Santa Corona soggetta col passare del tempo a successivi deterioramenti. Grazie all’importante opera di restauro sostenuta dai Comitati di Santa Corona, essa ci tramanda ancora oggi quei valori che altrimenti sarebbero andati perduti.
All’interno del centro abitato vi sono inoltre, numerosi monumenti in memoria dei canepinesi caduti in guerra: in piazza Marconi, vi è il monumento in memoria delle vittime cadute nella prima guerra mondiale; in via Roma invece si trova invece il monumento del 40° anniversario del bombardamento aereo di Canepina avvenuto durante il secondo conflitto mondiale mentre, in via Conci, all’interno del giardino pubblico, troviamo quello realizzato in memoria del 50° anniversario del bombardamento aereo di Canepina.

Vecchi racconti e qualche testimonianza di scrittori come ad esempio quella di Luigi Pirandello, abitante del vicino paese Soriano nel Cimino, attestano il passaggio di Dante Alighieri sul territorio di Canepina dove, secondo la leggenda, si sarebbe ispirato per la scrittura del Canto Primo della Divina Commedia e in particolar modo per la descrizione della Selva oscura, luogo che richiama molto la zona ai margini del paese.
Tra i luoghi d’interesse può essere ricordato, nella valle del Rio Francina, nei pressi del fiume Arcella, un antico Santuario delle Acque, risalente al I-II sec. d.C.

Tra i prodotti tipici di Canepina, oltre alla canapa, un posto particolare lo occupano le castagne: a questo prodotto di eccellenza vengono dedicate, durante il mese di ottobre, “Le giornate delle castagna”.
Famosa è inoltre la tipica pasta canepinese, denominato “fieno canepinese” o “maccaroni”, una pasta all’uovo che viene stesa in una sottilissima sfoglia, poi arrotolata e tagliata finemente a mano.